Per entrare nella più grande democrazia del mondo c'è una coda di 20 minuti: qualche centinaio di persone che attende di essere esaminata. Un tipo simpatico mi prende le impronte digitali (entrambi gli indici) e mi fa una bella foto, poi stiamo qualche minuto a disquisire sul perché voglio entrare in America. Alla fine non risulto abbastanza convincente: ottengo l'"orange file", ossia devo recarmi in un apposito ufficio immigrazione per ulteriori accertamenti. Entro nell'ufficio e consegno i miei documenti, mi siedo aspettando il mio turno, prima di me ci sono 4-5 arabi che dalla faccia sembra siano lì da giorni e un messicano, accompagna sua mamma e non parla inglese, sta cercando di venire in USA perché lei forse ha il cancro e servono strutture mediche adeguate. Alla fine arriva il mio turno, mi aspetto un interrogatorio della CIA con lampada negli occhi e chiamate all'ambasciata italiana, invece un simpatico giovine dietro un terminale ipertecnologico mi guarda e mi chiede se colleziono computer usati....sta facendo una ricerca su GOOGLE per sapere se sono io...vi rendete conto? Mi rompono le palle, mi prendono le impronte, mi perquisiscono 50 volte e alla fine il verdetto spetta a GOOGLE!!! Insomma, altri 15 minuti a spiegare perché sono lì, alla fine si convince e mi fa passare. Sono ancora frastornato da tutta questa storia che arrivo alla dogana: devo riconsegnare le mie valigie per ulteriori ispezioni e vengo fermato di nuovo: "Cosa è venuto a fare in USA?" e giù di nuovo a spiegare...
"Italiano? Ha portato del cibo?"
"Una bottiglia di liquore"
"No formaggio, no sausages?"
"No"
"Are you sure you brought no salami?"
....ekkekkazzo, perché sono italiano devo arrivare col salame e il mandolino? Mah, alla fine son passato, ma è stata dura...nemmeno per andare nella Russia (post)comunista o nell'Egitto mussulmano ho penato tanto...evviva la libertà